domenica 7 luglio 2019

sabato 6 luglio 2019

martedì 29 novembre 2016

Allenamento per Ginnastica Artistica



La ginnastica artistica è uno sport completo, soggetto ad un duro allenamento, in quanto vede, nei vari attrezzi, attivati tutti i gruppi muscolari. E’ un cosiddetto sport di destrezza in quanto la dote principale è quella coordinativa.La ginnastica ritmica è uno sport tecnico-combinatorio che prevede esercizi eseguiti con i piccoli attrezzi e l’accompagnamento musicale. L’elevato grado di fattori tecnici richiede un alto livello della coordinazione motoriaLa destrezza, sostituita oggi dal termine”capacità coordinative generali” occupa una posizione particolare in seno alle varie capacità motorie: è la capacità di essere padroni di coordinazioni complesse di movimento, di poter apprendere e perfezionare rapidamente abilità di movimento e di utilizzare razionalmente queste abilità ed opportunamente adattarle in relazione alle esigenze di una situazione mutevole.

L’alternarsi di spinte, rotazioni, rotolamenti, traslocazioni, traslazioni ecc., è la peculiarità di questo sport che obbliga i suoi atleti a cimentarsi in numerosi attrezzi. Le possibilità più favorevoli si hanno da bambini,  quando l’organismo è più plastico. Il lavoro iniziale deve soddisfare questi concetti base: richieste semplici, precisione ed attenzione nel lavoro, velocità sia delle esecuzioni sia delle richieste, esercitazioni per sensibilizzare tra loro le varie parti del corpo e renderlo conscio della distribuzione spaziale, affinamento delle capacità coordinative e condizionali. Solo aumentando queste sensazioni e queste conoscenze potremo cominciare l’apprendimento degli elementi tecnici.  

La ginnastica artistica è uno sport completo, in quanto vede, nei vari attrezzi, attivati tutti i gruppi muscolari. E’ un cosiddetto sport di destrezza in quanto la dote principale è quella coordinativa.

Nelle prime fasi del lavoro ci prefiggiamo di favorire lo sviluppo di tutte le capacità coordinative delle ginnaste/i, utilizzando esercizi vari che stimolino una preparazione di tipo generale e multilaterale. Sono variate le tecniche e l’ordine esecutivo degli esercizi. Solo successivamente, dopo una prima fase di preparazione generale (attività di base), potremmo passare ad una preparazione specifica, mirata all’ottenimento dei risultati voluti.

Passiamo velocemente in “rassegna” cosa sono queste capacità motorie:

Per CAPACITÀ MOTORIE O MOTRICITÀ si intende l’insieme delle funzioni che dirigono e controllano il movimento.

Le capacità motorie sono il presupposto di base per realizzare consapevolmente l’azione motoria.


Sono implicate nel controllo, nella conduzione e nella durata delle attività di movimento, quindi alla base della prestazione fisica.


Sono identificabili in ciascun individuo come un potenziale funzionale che deve essere educato rispettando i tempi e i modi di maturazione biologica.


Ogni capacità ha una “fase sensibile” di miglioramento riferita all’età e  legata alla maturazione biologica. (vedi Tabella 1 consegnata ai corsisti)


Ogni movimento richiede un certo gruppo di capacità e ogni persona usa diverse combinazioni di capacità per i diversi compiti.


Si identificano da20 a30 Capacità Cognitive e motorie, che tutti possiedono, ma con diversa intensità.


Tale intensità dipende dall’”Equipaggiamento di base”, cioè dai tratti stabili e duraturi che sono determinati geneticamente e non modificabili dall’esercizio e dall’esperienza.


CLASSIFICAZIONE


                                                                                Coordinative      


      CAPACITA’ MOTORIE                             Condizionali


                                                                                Strutturali elastiche


 CAPACITÀ COORDINATIVE GENERALI




Queste capacità elementari vanno a combinarsi in capacità complesse, che rappresentano funzioni coordinative più articolate e più vicine all’attività delle aree cognitive del sistema nervoso centrale e che sono:


 La CAPACITÀ DI APPRENDIMENTO, è la risultante dello sviluppo generale di tutte le capacità coordinative e consiste nel far propri nuovi gesti che prima non si era in grado di realizzare.


La CAPACITÀ DI DIREZIONE E CONTROLLO può essere definita come la capacità dell’individuo di realizzare il movimento programmato con padronanza, con accuratezza ed economia, con razionalità, grazie ad un controllo continuo ed incrociato dei parametri di riferimento principali: è la situazione tipica dell’atleta che esegue un gesto, dimostrando di controllare pienamente l’intera esecuzione.


La CAPACITÀ DI ADATTAMENTOe TRASFORMAZIONE consente al ginnasta di esercitare un controllo dinamico dell’azione motoria all’interno di situazione, che può presentare continue variazioni, in  situazioni nuove e impreviste. Poiché in questa capacità viene coinvolta notevolmente anche l’area cognitiva, assumono particolare importanza anche gli aspetti della creatività e dell’esperienza.CAPACITÀ COORDINATIVE SPECIALI  Capacità di accoppiamento e combinazione dei movimenti.


Consiste nella facoltà di coordinare il movimento dei singoli segmenti di un arto tra loro, di accoppiare più arti tra loro e in rapporto al tronco.


 Capacità di differenziazione e direzione.


E’ data dalla capacità di distinguere con precisione le informazioni sui parametri spazio – temporali del movimento, sul grado di tensione e rilassamento della muscolatura.


Questa capacità assicura una corretta percezione della posizione del corpo, del grado di piegamento della articolazione e quindi permette un’alta precisione nella realizzazione dei movimenti.Capacità di equilibrio.


Mantenere o ripristinare velocemente l’equilibrio, sia in condizioni statiche che dinamiche.


E’ fondamentale tutte le volte in cui l’equilibrio del corpo viene alterato dal cambiamento di posizione del baricentro rispetto alla base di appoggio (come nelle cadute, tuffi, salti con rotazione del corpo, cambiamenti di direzione, acrobatica ).


 Capacità di orientamento.


E’ la capacità di valutare esattamente la posizione del corpo rispetto all’ambiente circostante e di coordinare opportunamente la propria azione.  Capacità di ritmo.


E’ data dalla facoltà di comprendere e riprodurre la sequenza dinamica di un insieme di gesti che compongono un’azione motoria (ritmi tipici dell’azione). E’ molto importante ai fini dell’apprendimento parziale e globale del gesto. (coordinazione spazio – temporale).Capacita di combinazione motoria


E’ la capacità di  accoppiare e combinare più movimenti secondo criteri temporali di successione e/o simultaneità. Il risultato darà luogo a risposte complesse e globaliCapacità di Anticipazione


Capacità di prevedere ciò che sta per accadere nell’ambiente (spaziale) e quando avverrà (temporale), per cui eseguono in anticipo i processi di attivazione e trasformazione dei movimenti (indispensabile nell’acrobatica)


 CAPACITÀ CONDIZIONALI Capacità di forza. Si può definire come la capacità di opporsi e/o superare una resistenza esterna. E’ costituita dalle caratteristiche biologiche, biochimiche, neurofisiologiche, e strutturali degli effettori muscolari, che sono in parte predeterminate da fattori genetici ed in parte sono modificabili con l’allenamento. Capacità di resistenza E’ la capacità di opporsi all’insorgere della fatica in prestazioni motorie prolungate. Anche questa capacità, come la forza, è un fattore specifico di prestazione. E’ determinata dalle caratteristiche del muscolo (rapporto fibre lente/fibre veloci) e soprattutto dalla capacità e dalla potenza dei sistemi energetici interessati:


 ATP – CP     – Metabolismo anaerobico alattacidoGlicolisi             – Metabolismo anaerobico lattacidoGlicolisi – Ciclo di Krebs -  Metabolismo aerobicoCapacità di rapidità E’ rappresentato sia dalla capacità di reagire agli stimoli in breve tempo, che dalla capacità di esprimere elevati livelli tensivi nel muscolo in tempi molto brevi. Questo fattore di prestazione dipende dalle caratteristiche neurofisiologiche del soggetto sia a livello del SNC (velocità di trasmissione – nervosa) che dal sistema muscolare (percentuale di fibre veloci).


 CAPACITA’ STRUTTURALI ELASTICHELa mobilità articolare o flessibilità è la capacità delle nostre articolazioni di permetterci una esecuzione disinvolta dei movimenti alla loro massima ampiezza.




 L’elasticità muscolare è la capacità del muscolo scheletrico di lasciarsi stirare e di recuperare la lunghezza fisiologica senza subire traumi.Sono strettamente dipendenti tra loro e variano in base a: fattori congeniti, sviluppo, età, sesso, sollecitazioni ambientali


 Capacità motorie e abilità


 L’utilizzo integrato di capacità legate a più funzioni consente lo sviluppo e il mantenimento di specifiche abilità e competenze in ambito senso-percettivo, motorio o intellettivo.


 Le Capacità motorie sono componenti parziali delle abilità e influenzano l’intensità e la qualità della risposta all’ambienteLe Abilità sono capacità di prestazione che vengono sviluppate come risultato dell’esercizio (bravura nell’eseguire un compito)


 CAPACITA’ABILITA’


   


Tratti ereditati



   


Sviluppate con l’esercizio


   


Stabili e durature



   


Modificate con l’esercizio


   


Poco numerose



   


Numerose


   


Sottendono l’esecuzione di molte abilità
   


Dipendono da diversi sottogruppi di capacità


   
   


               EVOLUZIONE NELLE FASCE D’ETA’Le capacità coordinative si sviluppano in una fascia di età tra i 6 e gli 11-12 anni.


 Le capacità condizionali hanno uno sviluppo accentuato nella fascia di età tra i 12 e i 17-18 anni.


  FASI SENSIBILI CAPACITA’ di apprendimento, differenziazione, reazione, ritmo, equilibrio hanno il maggior sviluppo a partire dai 6/7 anni fino ai 12/13

CAPACITA’di ritmo dai 6 e in particolare 9/11

CAPACITA’ di resistenza dai 10 anni in avanti

CAPACITA’ di forza dai12 inavanti

CAPACITA’ di rapidità dai 7 ai 13

MOBILITA’ articolare dai 5 ai 10

APPRENDIMENTO dai 6 ma con grande incremento  a 7/10


 Lo sviluppo delle capacità nel bambino è continuo, ma non lineare. In determinate età si verificano particolari spinte di sviluppo, cioè tassi di crescita particolarmente elevati. Tali età sono definite “Fasi sensibili”e si presentano soprattutto in due momenti della crescita: a 5-6 anni e a 14 anni. Maschi e Femmine


Mentre le capacità coordinative non mostrano significative differenze fra maschi e femmine, le capacità condizionali mostrano una netta differenza a partire dagli 11 anni, prima di questa età il decorso è parallelo e simile, mentre nell’età adulta la differenza nei valori assoluti può raggiungere il 40 %.


 Nell’apprendimento della tecnica le capacità coordinative svolgono un ruolo primario, ma anche le capacità condizionali devono essere allenate per raggiungere una ragionevole azione motoria. Sviluppo delle capacità motorie dai tre ai sei anni.


Non possiamo parlare nel periodo dell’infanzia in modo analitico di educazione e sviluppo di ogni singola capacità motoria, in quanto alcune strutture sono ben lontane dall’aver completato il loro sviluppo. Per quanto riguarda  le capacità condizionali, la forza migliora relativamente poco, i movimenti sono lenti e impacciati e solo a cinque, sei anni la rapidità dei movimenti aumenta con esercizi – gioco adeguati. La resistenza raggiunge un livello decisamente superiore a quanto, comunemente si possa pensare in modo spontaneo attraverso  giochi che il bambino realizza in modo continuo e instancabile.


In relazione alle capacità coordinative, la capacità di controllo del movimenti si sviluppa fortemente nel periodo dai cinque ai sei anni, la capacità di combinazione motoria ( coordinazione ) si realizza attraverso il controllo e il collegamento delle varie abilità acquisite non disgiunte dalle capacità di anticipazione.


 La capacità di equilibrio raggiunge un ottimo livello, la possibilità di sollecitazione ritmiche si manifesta nella vita quotidiana con movimenti adeguati a ritmi semplici ( salti, corse, e giochi imitativi ).


 La mobilità articolare è buona e migliora, tanto che a sei anni i bambini dispongono( o dovrebbero )  di una mobilità articolare elevata.


L’apprendimento motorio in questo periodo, non deve basarsi su proposte stereotipate di movimenti definiti, ma piuttosto stimolare, attraverso proposte ludiche motivate, processi motori elementari (S.M.B) e su questi costruire gradualmente schemi motori piú elaborati.


É importante che le proposte motorie siano progressive nella loro successione (dal semplice al difficile), ricche di contenuti, che si basino su metodologie di lavoro valide per questa etá e condotte con oculatezza da parte dell’operatore sportivo che dovrá adeguare costantemente l’intensitá, il volume e la durata del lavoro. Aspetti determinanti per l’ evoluzione e lo sviluppo delle capacità motorie a questa età :  ¨favorire la massima libertà di movimento e creare le condizioni necessarie per la sua realizzazione


¨creare condizioni ambientali  adatte alla realizzazione di attività ludiche, divertenti e di  espressività corporea


¨realizzare anche attività per gruppi omogenei e non, per soddisfare il forte  bisogno di aggregazione e di imitazione   dei bambini  di questa età


¨ Stimolare anche la famiglia perché  i bambini abbiano spazio sufficiente per muoversi e il maggior numero possibile di occasioni per svolgere attività motorie varie e multilaterali.


 I NOSTRI MEZZI E METODI DI ALLENAMENTOIl lavoro di preparazione generale dovrà conferire alla/al ginnasta la capacità di:padroneggiare il proprio corpoeseguire grandi spinte con gli arti aumentare la propria mobilità articolare  eseguire esercizi dinamici in perfetta tenuta.E’ necessario a questa età favorire l’acquisizione ed il miglioramento delle capacità di:coordinazione generale nell’uso armonico del corpo e controllo segmentarlo, equilibrio, ritmizzazione, orientamento spaziale…mobilità della colonna, coxo femorale, tibio-tarsicavelocità come rapidità di reazione, azioni rapide e preciseforza rapida come tonicità addominale e dorsale; incremento della capacità di spinta, salto e lancio.Resistenza come durata sul lavoro di ripetizione degli elementi e dei ritmi


Successivamente si lavorerà su esercizi specifici cominciando ad esigere l’esecuzione perfetta anche di quelli più semplici.


L’apprendimento degli esercizi è spesso agevolato ed accelerato dall’utilizzo di appositi attrezzi che, non a caso, vanno sotto il nome di attrezzi facilitanti. La loro finalità è nel consentire esecuzioni globali o parziali di un dato esercizio in condizioni più agevoli e che stimolano la propriocettività.


Di ognuno degli attrezzi, il ginnasta, dovrà aver ben note le caratteristiche; la familiarizzazione con questi, infatti, contribuirà allo sviluppo delle doti di forza, equilibrio e destrezza utili sia dal punto di vista fisico che psicologico, (aumento fiducia e sicurezza nelle proprie possibilità).


La sensibilizzazione dovrà essere effettuata attingendo a tutti gli schemi motori previsti per la ginnastica, utilizzando più attrezzi per volta e lavorando alternativamente su tutti.


Esempi di ATTREZZI FACILITANTI


la panca (stimola il potenziamento degli arti inferiori); il plinto (consente di regolare facilmente l’altezza dell’ostacolo); la cavallina (è più affine al cavallo ma le sue ridotte dimensioni facilitano i movimenti); materassi (tutelano da eventuali cadute); minitrampolino (facilita la spinta degli arti inferiori, va utilizzato al posto della pedana); lo staggio singolo (evita l’intralcio del secondo staggio); il ministaggio (consente di sensibilizzare l’impugnatura); le parallele a losanga (agevolano il potenziamento muscolare e facilitano alcuni esercizi); serie di  elastici che simulano le parallele senza bisogno di stare appesi; la riga a terra ( consente il controllo del movimento senza rischi per l’equilibrio); l’asse d’equilibrio (stimola il senso dell’equilibrio per la sua ridotta base d’appoggio); tavoletta su semisfera (migliora la sensibilità propriocettiva per stare in equilibrio);  la panca (consente una prima prova staccati dal suolo ma su una base d’appoggio più ampia); la trave bassa o poggiata a terra; la trave modificata (con l’ausilio di tappeti per aumentare la base d’appoggio); imbracature per i ribaltamenti, ecc.


Gli esercizi al suolo hanno una componente artistica ed una acrobatica, con la quale il ginnasta può dar sfoggio del livello tecnico raggiunto. L’analisi del movimento a questo livello è fondamentale poiché, anche l’esercizio più complesso, nasce dall’insieme di elementi più semplici e richiede capacità motorie coordinative, condizionali e strutturali elastiche.


ALCUNI ESEMPI




I giri, intesi come rotazione del corpo sull’asse longitudinale su una base d’appoggio ristretta (avampiedi, ginocchio ecc.), richiede un buon controllo del corpo, equilibrio, senso dell’orientamento, coordinazione e mobilità articolare.







Gli esercizi di sensibilizzazione della colonna vertebrale precedono la prova delle onde, rotolamenti, rotazioni, o rotazioni combinate. Le onde del corpo sono costituite da un movimento sinuoso che coinvolge progressivamente le articolazioni del corpo. Per una buona esecuzione sono indispensabili doti di mobilità, equilibrio e coordinazione


 La preparazione ai ribaltamenti prevede il potenziamento degli arti superiori e dell’articolazione scapolo omerale, la cui spinta è essenziale. I ribaltamenti sono movimenti che richiedono grande velocità di esecuzione, buon controllo muscolare e sensibilizzazione alla spinta con le spalle.


 I salti acrobatici consistono in rotazioni complete del corpo in, volo, intorno all’asse trasversale o sagittale. Il successo nei salti acrobatici è dato da un buon potenziamento degli arti inferiori e da un ottimo senso dell’orientamento. L’approccio alla trave richiede una buona preparazione di base, ottima conoscenza degli esercizi al suolo e senso dell’equilibrio. Le caratteristiche tecniche della trave, in particolare la sua altezza dal suolo e la limitata base d’appoggio, rendono gli esercizi a questo attrezzo particolarmente difficoltosi. Elemento determinate nell’esecuzione di un movimento sulla trave sarà l’arrivo. E’ facile, infatti, in questa fase, perdere l’equilibrio. Sarà buona norma far apprendere sin dai primi approcci la tecnica d’arrivo con il baricentro all’interno della base d’appoggio.




mercoledì 5 ottobre 2016

Chan Si Gong



Karate Antico - Chan Si Gong

Chang Si Gong tradotto letteralmente significa: metodo oppure abilità (Gong) per avvolgere (Chan) la seta (Si).

In modo meno letterale lo si può definire come "l’esercizio del bozzolo di seta".

Il nome deriva dal fatto che i movimenti a spirale, che nello spazio tridimensionale si formano partendo dal cerchio e da un vettore direzionale, sono spesso paragonati al moto di rotazione contrale del bozzolo del baco da seta, quando la seta viene filata.

A Cosa Serve
   
Al pari dello Zhan Zhuang è una pratica molto particolare che difficilmente si può riuscire a studiare nella forma corretta e completa anche nella stessa Cina. A partire dalle articolazioni delle dita delle mani, si muovono, con movimenti spiraliformi, posi, gomiti, spalle, bacino, ginocchia, caviglie, collo.

La medicina occidentale insegna che le articolazioni sono “nutrite” e mantenute efficienti solo se si muovono; mentre se il movimento è scarso o nullo tendono a bloccarsi, a perdere al loro funzionalità, a rinsecchirsi e a produrre dolore. Questa pratica permette di eliminare la rigidità e migliorare l’elasticità e la flessibilità  “aprendo e sciogliendo” tutte le articolazioni del corpo.

Corsi e Pratica
   
Anche questa pratica speciale, al pari di quella statica (Zhan Zhuang) è utilissima non solo ai fini preventivi per il mantenimento della buona salute, ma può essere utilizzata da chi pratica una qualsiasi disciplina di combattimento, per imparare a connettere dinamicamente, attraverso i movimenti spiraliformi, tutti i settori corporali in modo da poter utilizzare il corpo come unità.

In tal modo, attraverso “l’apertura” delle articolazioni l’energia è fruibile in modo pratico.

Può diventare penetrante come un proiettile a cui viene impresso  un moto a spirale.

Può anche neutralizzare la forza usata dall’avversario per attaccare, insegnando al praticante come convogliarla verso il vuoto.

mercoledì 14 settembre 2016

Ginnastica Posturale



Ginnastica Posturale

Un buon intervento di protesi d’anca permette il recupero di una buona qualità di vita! A questo deve seguire un trattamento riabilitativo finalizzato all’insegnamento di movimenti esatti e sicuri che evitino problemi di lussazione della protesi o altre problematiche. Bisogna  educare e ri-abilitare  il paziente alla diversa ” situazione “. Per questo motivo è importante seguire dei protocolli guida senza dimenticare  che il riabilitatore deve sempre dare importanza all’individualità del soggetto.Nei primi giorni post-operatori si effettueranno solo mobilizzazioni passive facendo attenzione che l’arto operato si mantenga disteso e perfettamente dritto evitando  “vizi posturali” con eventuali complicazioni future nella fase successiva per esempio del cammino. Si effettuano passaggi posturtali sedia-letto facendo attenzione che la flessione dell’anca non superi gli 85°.Si possono aggiungere sin dall’inizio anche delle elettrostimolazioni sul quadricipite e sui glutei (bisogna fare attenzione che la protesi non sia in TITANIOperchè questo tipo di corrente è ASSOLUTAMENTE VIETATA in quanto è vero che tale protesi è più resistente ma è pur vero che con tale corrente si potrebbe rompere facilmente, infatti il paziente non sopporta   neanche a bassa intensità lo stimolo  perchè avverte dolore).Nel programma riabilitativo si introducono esercizi isometrici i quali permettono di far contrarre il muscolo senza andare a sollecitare l’ articolazione evitando di infiammarla.Per dare un input al paziente si mette una palla sotto il ginocchio e si chiede di spingere mantenendo la contrazione per 5 secondi senza alzare il tallone dal piano d’appoggio.          

L’artrosi della testa femorale spesso è la causa d’intervento con  protesi d’anca ove a essere interessata è l’articolazione coxo-femorale (tra femore e osso del bacino ). Il bacino di utenza riguarda per lo più persone con età superiore a 50 anni.. I sintomi principali possono essere da un fastidio fino ad arrivare a provare forte dolore che porta ad una limitazione funzionale. Inizialmente quando il dolore ancora è sopportabile si può intervenire con trattamento farmacologico e contemporaneamente con trattamento fisioterapico.  Parte importante nel secondo intervento, oltre ad applicazioni strumentali quali tens, ionoforesi e ultrasuoni che servono a togliere infiammo e dolore, sono tutti quegli esercizi in scarico e non che verrano fatti eseguire al paziente. E’ importante che venga mantenuto un buon range articolare, specie in abduzione dove si ha una maggiore limitazione. Quindi intervenire anche con esercizi di streching sui muscoli che vengono ad essere compromessi in tale patologia, a partire dal piccolo, medio e grande gluteo e gli adduttori  principalmente;  andando a rinforzare i muscoli posteriori della coscia (semimembranoso, semitendinoso e bicipite femorale ) e anteriori (quadricipite).Pubblicato inArtrosi|Pubblicato il20 marzo 2011daEsperto FisioterapiaSi può affermare che la ginnastica posturale nasca nel 1947 grazie alla fisioterapista francese Francoise Mézières che, lavorando su un paziente cifotico fece un’osservazione che la spronò  ad una costruzione di una teoria e di una metodologia del tutto nuova nel panorama del trattamento delle patologie biomeccaniche e nell’inquadramento del paziente ortopedico  

               

Molteplici sono le tecniche che hanno un effetto importante sulla postura, fra queste si possono elencare:

le tecniche che liberano le strutture osteo-articolari, comprese le strutture legamentose e fasciali;

quelle che tendono a riequilibrare il tono muscolare, riducendo le ipertonie, le contratture e gli accorciamenti muscolari o rinforzando o stimolando i muscoli ipotonici, ed in particolare tutte le tecniche che agiscono sulla muscolatura profonda, fasica, o sulle componenti di resistenza alla fatica;

le tecniche che hanno un effetto sulla coordinazione motoria, sull’ equilibrio, sula percezione propriocettiva;

tutte le tecniche che hano un effetto sulle tensioni muscolare ad origine psichica.


In questo senso è possibile raggruppare insieme tecniche, metodiche e addirittura filosofie estremamente eterogenee e dire che tutte possono essere utilizzate nella ” rieducazione posturale “.               

               

In realtà molti professionisti sanitari e non utilizzano l’ osservazione della postura dei propri pazienti per orientarsi nella diagnosi o effettuano tecniche con lo scopo di modificare al fine di risolvere stati morbosi di varia natura la postura: medici fisiatri9, ortopedici, reumatologi, medici dello sport e del lavoro, psichiatri, neurologi osteopati, psicologi odontoiatri, fisioterapisti, trainer ecc.


Ciò che di più rilevante si è compreso dela postura negli ultimi anni è sintetizzabile nel passaggio dal concetto di posture scorrette al concetto di dabnno da mantenimento prolungato di posture obbligate. In primis la scoliosi (e comunque di altre patologie a carico dell’ apparato osteoarticolare ), che andavano quindi obbligatoriamente evitate. Oltre all’osservazione che la postura non può essere gestita costantemente attraverso il controllo volontario, essendo per la maggior parte determinata da fattori inconsci, ciò che  sembra attualmente più rilevante per deter5minare l’insorgenza di patologie osteoarticolari non è l’assunzione di posture asimmetriche, ma, il mantenimento prolungato di qualsiasi postura, indipendentemente dalla sua simmetricità, perchè questo comporta un sovraccarico funzionale ripetuto sempre sulle stesse strutture.
               

Alla base di una buona postura vi sono tre sistemi importanti: osteoarticolare , muscolare e nervoso ; altetrazioni din un singolo elemento di questi sistemi comportano alterazioni della postura e sovraccarico su altre strutture. Si agiungono a questi fondamentali sistemi anche altri apparati: in primis i recettori interni ede esterni, coscienti e non ( recettori articolari, muscolari, visivi, tattili, cinestetici, vestibolarie e recettori podalici e osteodontici ). Anche un dolore viscerale avrà ripercussioni sulla postura di un iondividuo, oltre a molte patologie neurologiche.


Infine la postura ha a sua volta un’influenza non secondaria sull’apparato circolatorio, respiratorio, ma non solo, visto che alcune posture possono agevolare o rendere difficoltosa la digestione e la peristalsi in genere. Altro importante capitolo è la relazione esistente fra postura e psiche. In fondo la postura, essendo determinata dalla percezione dell’individuo di se stesso e della sua relazione con il mondo esterno, può darci utili indicazoioni per l’ analisi delle caratteristiche psicologiche di unh individuo.
               

               

La postura è un ” concetto “, ma a ben guardare fa parte dell’universo del reale, in quanto osservabile e, con opportune tecniche, in qualche modo misurabile. E’ la reazione a forze ionterne ed esterne che l’uomo adotta per collocarsi nello spazio.


La postura è definibile come ” la posizione complessiva del corpo e degli arti l’uno rispetto agli altri e il loro orientamento nello spazio “. I primi a occuparsi di postura furono gli scultori della Grecia classica, che scoprirono come fosse possibile raccontare un avvenimento, uno status, o un sentimento attraverso essa. La postura infatti ci può raccontare molto della vita, della storia e del carattere di un uomo. Ma la postutra è anche un qualcosa in continuo divenire. L’essere umano, anche quando perfettamente immobile, ha fisicamente un equilibrio instabile, in quanto fattori intrinseci ed estrinseci fanno sì che comunque ed impercettibilmente ci siano sempre delle sollecitazioni, seppur minime, nell’individuo. Queste combinazioni determinano una oscillazione globale che nel soggetto normale dà origine ad un tronco di cono, descritto dal centro pressione o proiezione a terra del baricentro.

La colonna vertebrale è continuamente sottoposta a sollecitazioni la cui importanza è funzione del gesto effettuato.


Il disco intervertebrale è l’elemento più direttamente interessato da queste sollecitazioni. Numerosi studi,sia teorici che in vivo, sono stati realizzati  proprio peer determinare con prescisione le tensioni a cui è sottoposto il disco. Uno dei più interessanti è quello condotto da Nachemson sul terzo disco lombare, poichè è stato eseguito su volontari, in vivo e in coindizioni di nindiscutibile obiettività. I rizultati di questi studo si possono riassumere come segue:               

               

Per comprendere le cause dei sintomi che si osservano a livello vertebrale e la loro complessità, è opporutno considerare separatamente le sollecitazioni subite dal rachide, le alterazioni che possono colpire le differenti strutture che lo costituiscono, la sintomatologia propria di ciascuna di esse, la loro innervazione e valutare infine la loro stretta interdipendenza.               

               

La giusta definizione da dare all’articolazione della spalla è cingolo scaspolare per le sue 7 articolazioni che la costituiscono:

Articolazione gleno-omerale

Articolazione sopra-omerale

Articolazione acromion-clavicolare

Articolazione scapolo-costale

Articolazione sterno- clavicolare

Articolazione sterno-costale

Articolazione costo-vertebrale


In genere genere le principali strutture responsabili del dolore della spalla sono i tendini, il tndine del bicipite, la borsa sottodeltoidea e la capsula gleno-omerale. Le altre strutture che possono indirettamente provocare un dolore che riguarda la spalla sono: dolore da infarto miocardico,infiammazione polmonare, dolore radicolare derivato dal tratto cervicale e altre patologie che riguardano la parte superiore dell’addome